Il 1 gennaio 2017 è entrata in vigore la nuova normativa mondiale ISO 16890 ma solo nel maggio 2018 ha sostituito la precedente.
La novità più importante riguarda i criteri di classificazione dei filtri, ora vengono classificati in base alla loro capacità di filtrare le polveri fini, indicate generalmente come PM10, PM2,5e PM1.
PM è acronimo di “Particulate Matter” particolato atmosferico o materiale particellare. La sigla si riferisce a quelle particelle sospese e presenti nell'aria che ogni giorno respiriamo e che di solito sono chiamate polveri sottili o pulviscolo. Il numero che segue la sigla PM, ad esempio 10, sta ad indicare la grandezza del diametro della particella che può variare da a 10 a 1 micron.
I nuovi parametri hanno valenza globale, dettano gli standard validi in tutto il mondo. In questo modo la ISO 16890 ha sostituito la normativa Europea EN 779 e la ASHRAE 52.2, che caratterizzava il mercato americano.
ISO 16890 sottopone i filtri a test con particelle da 0.3 µm fino a 10 µm. Con la precedente EN 779 si testavano particelle solo con diametro 0.4 µm. Questo significa che i filtri sono testati in condizioni molto più simili a quelle della vita reale.
Sono stati introdotti quattro nuovi gruppi di filtri: grossolano (Coarse), ePM10, ePM2.5 e ePM1. Il prefisso “e” sta semplicemente per efficacia. Per far parte di una certa categoria i filtri devono essere capaci di catturare almeno il 50% di particolato corrispondente alle dimensioni indicate. I filtri che catturano meno del 50% delle polveri PM10 vanno nel gruppo grossolano.
Gruppo | Classe | Valore di riferimento | ΔP Finale (Pa) | ||
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ePM1 min | ePM2,5 min | ePM10 | |||
0,3 ≤ x ≤ 1 | 0,3 ≤ x ≤ 2,5 | 0,3 ≤ x ≤ 10 | |||
ISO Coarse | – | – | < 50% | Arrestanza gravimetrica iniziale | 200 |
ISO ePM10 | – | – | ≥ 50% | ePM10 | 300 |
ISO ePM2,5 | – | ≥ 50% | – | ePM2,5 | 300 |
ISO ePM1 | ≥ 50% | – | – | ePM1 | 300 |